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IRPEF: addizionali comunali 2014 e addizionali regionali Irpef 2014

Addizionali regionali Irpef 2014: come sono determinate e in che modo ottenere maggiori informazioni su quelle della propria regione.

La possibilità che le regioni “aumentino” il peso dell’Irpef attraverso la fissazione di addizionali è stata prevista con il d.lgs. 446/1997, che sancisce che le istituzioni regionali possono determinare delle addizionali da applicarsi al reddito complessivo Irpef. Il pagamento da parte del contribuente avverrà in quella regione in cui lo stesso ha il proprio domicilio fiscale alla data del 31 dicembre dell’anno di riferimento: una piccola difformità rispetto a quanto avviene per l’addizionale comunale, che invece assume come “giorno di riferimento” per la riconduzione territoriale del contribuente il 1 gennaio di ogni anno.

Ad ogni modo, e al di là di tale piccola divergenza tra l’addizionale regionale e comunale Irpef, ricordiamo come sui redditi di lavoro dipendente e assimilati, l’addizionale regionale sia determinata dai sostituti di imposta e trattenuta in un massimo di undici rate (di norma, dal mese di gennaio al mese di novembre dell’anno successivo). Ancora, contrariamente a quanto avviene per l’addizionale comunale Irpef (ed è questa la sostanziale e maggiore differenza tra le due), per l’addizionale regionale non è previsto il pagamento di alcun acconto.

Per quanto concerne le aliquote, ricordiamo ancora come il d.l. 201/2011 abbia aumentato l’aliquota base dallo 0,9% all’1,23%, al fine di compensare i tagli aggiuntivi che erano stati effettuati ai bilanci territoriali. Per quanto riguarda ancora il limite massimo, dal 2014 il tetto di aliquota è salito dall’1,73% al 2,33%: purtroppo per le tasche dei contribuenti italiani, è previsto una ulteriore possibilità di aggravio a partire dal 2015, quando il tetto dell’addizionale regionale Irpef verrà innalzato al 3,33%.

Così come avviene per le addizionali comunali Irpef, anche nell’ipotesi delle addizionali regionali è facilmente possibile comprendere quale sia l’aliquota adottata dalla propria regione. La fonte informativa fondamentale è rappresentata dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze: in particolare, attraverso tale pagina del Dipartimento delle Finanze sarà possibile prendere visione della cartina interattiva, dalla quale poter essere indirizzati ai siti delle varie amministrazioni regionali esplicitanti le aliquote di riferimento.

Infine, sulle modalità di pagamento, ricordiamo che i contribuenti subiranno la trattenuta dell’addizionale regionale IRPEF nella loro busta paga. In generale, i soggetti privati pagheranno l’addizionale regionale all’IRPEF mediante modello F24 utilizzando la sezione intestata alle Regioni e agli enti locali. I soggetti pubblici utilizzeranno l’apposito modello F24 enti pubblici, di loro competenza.

Anche in questo caso, maggiori informazioni possono essere desunte dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate o dal sito internet del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Cosa sono le addizionali comunali Irpef? E in che misura il Comune può scegliere l’onerosità di questa voce impositiva?

I Comuni italiani possono istituire l’addizionale Irpef(chiamata generalmente “Addizionale comunale“), stabilita in una misura che – di norma – non può superare lo 0,8%: qualora il Comune desideri poter implementare un’addizionale più onerosa della proporzione appena ricordata, dovrà chiederne una esplicita deroga.

In proposito, ricordiamo che anche per il 2014 è riconsociuta ai Comuni la possibilità di introdurre unasoglia di esenzione per il pagamento dell’addizionale comunale Irpef: in altri termini, la singola municipalità potrà ben decidere di applicare un limite di reddito al di sotto del quale l’addizionale stessa non sarà dovuta (in merito, ricordiamo altresì che la soglia di esenzione non costituisce una franchigia).

Ancora, segnaliamo come i Comuni hanno la possibilità di stabilire una molteplicità di aliquote differenziate tra loro, da articolarsi sulla base degli scaglioni di reddito che vengono stabiliti per l’Irpef a livello nazionale, con i consueti criteri di progressività: in ogni caso – ipotesi che avviene in ben più di qualche Comune – è possibile optare per un’aliquota unica che vada a sostituire l’alternativa delle aliquote differenziate.

Le alternative di cui sopra, si intende, sono uniche: in altre parole, il Comune non può creare degli scaglioni personalizzati di reddito, nè un numero di aliquote che sia inferiore a quello previsto per l’Irpef nazionale. Pertanto, la municipalità dovrà necessariamente scegliere se applicare un’aliquota unica, o cinque aliquote per i cinque differenti scaglioni di reddito.

Stabilito quanto sopra, cerchiamo di comprendere chi debba pagare l’addizionale Irpef, e in che modo poter comprendere quale sia il peso dell’addizionale Irpef per il proprio Comune. Per quanto attiene il primo quesito, segnaliamo come l’addizionale sia dovuta a quel Comune nel quale il contribuente ha il proprio domicilio fiscale alla data del 1 gennaio dell’anno cui viene riferito il pagamento della stessa addizionale.

Il versamento viene effettuato in acconto e a saldo: quest’ultimo pagamento viene generalmente effettuato direttamente dal sostituto di imposta (cioè, dal datore di lavoro) in 11 rate da gennaio a novembre dell’anno successivo: l’acconto è invece stabilito nella misura del 30% dell’addizionale che è calcolata applicando l’aliquota al reddito imponibile dell’anno precedente.

Per quanto infine concerne le possibilità di “conoscenza” della misura dell’addizionale comunale Irpef, le recenti indicazioni di “trasparenza” vengono in nostro soccorso: l’amministrazione finanziaria ha infatti l’obbligo di pubblicare le aliquote dell’addizionale comunale Irpef sul proprio portale di riferimento. Basterà dunque una rapida consultazione per scoprire quale sia l’incidenza dell’addizionale Irpef nel proprio Comune di domicilio.